Vacanze d’infierno: XIV puntata – Hotel

(Fatelo! Provate a cerca su Google un hotel in una qualsiasi città. Tutta la prima pagina è dedicata a siti di mediazione: Booking, Trivago, nh-Hotels, ancora Booking, ancora Booking, ancora Tripadvisor, Kayak, Hotels.com eccetera.)

Una napolitana

Quel tipo di dolce che noi chiamiamo “saccottino” (“pan au chocolat”, alla francese), in Spagna lo chiamano “napolitana”. Ignoro il motivo. Non è un vero pan au chocolat, ma gli assomiglia molto. Lo trovate normalmente nei bar, nella versione alla crema o al cioccolato o forse in altre varianti. E io, appunto, ne avevo adocchiato uno al cioccolato tra i dolci esposti. “Un napolitano e un cafè cortito, por favor!” ho detto alla commessa. Mi ha servito, ho pagato e con il vassoio mi sono piazzato a un tavolo, pronto a sbafarmelo.
Sono abbastanza frequenti in Spagna questi tipi di bar self-service (con prezzi più bassi): ordini, paghi, ti siedi, consumi, riponi il vassoio, te ne vai.
Quindi… nell’ordine: napolitana, caffè, sigaretta e ragionamento sul come trovare un hotel.

Per le vie di Badalona

La via di Google non mi convinceva. Non mi convinceva perché era troppo cara, ed ero tra l’altro sicuro che potesse esserci un modo più semplice e diretto: trovare un hotel, entrare e chiedere. Ho iniziato così a girare per le vie di Badalona. Prendevo una via, davo un’occhiata alla ricerca di un’insegna; non trovavo nulla. Il tempo passava; era già scoccata l’una ed era una buona mezz’ora che giravo come un cretino. A un certo punto, vagando, in una stradina ho trovato una cosa strana: qualcosa che sembrava in qualche modo un hotel o un ostello o un posto dove alloggiare. Il portone era chiuso ma c’era l’indicazione di un numero di telefono da contattare con Whatsapp.

Un posto misterioso

Mentre cercavo di capire, son usciti tre giovani; due ragazze e un ragazzo, tutti e tre in stile reggae. Gli ho chiesto in inglese se quello era un hotel. Mi hanno detto sì, ma in modo poco convinto; sentivo che mi guardavano con sospetto. Forse era un tipo di hotel dove ci voleva qualche aggancio in qualche particolare community o qualche iscrizione a chissà quale sito. “Come si fa?” ho chiesto. Mi davano risposte vaghe. “Qui c’è un numero; devo chiedere qui?” Hanno fatto un’espressione strana e sono filati via. O erano fumati o molto diffidenti. O forse avevo una faccia da pazzo.
Comunque, ho inviato un messaggio via Whatsapp a quel numero.
Dopo una decina di minuti, mentre camminavo, mi è arrivata la risposta: non c’erano stanze libere.

Tabaccaio

Iniziavo a demoralizzarmi. La spinta propulsiva della denuncia stava dando netti segnali di crisi. Ho chiamato le figlie per sapere se tutto era a posto. Tutto era a posto. “Qui ci vuole una sigaretta” ho pensato. Avevo poche cartine… Vedo un tabaccaio, entro, compro, sto per uscire ma mi fermo. Torno indietro e chiedo: “Perdoname… una informasion: tu sabe se sta un hotel achì, nelle vicinianse?” Il tabaccaio è rimasto in silenzio per qualche secondo, facendo la faccia di uno che ci pensa su. Infine mi ha detto che forse sì, che forse c’era un hotel, a un chilometro circa, e mi ha spiegato come arrivarci. Gentilissimo! Anzi, preciso che non ho trovato un solo spagnolo scorbutico.

Speranza

Ho iniziato a dirigermi verso il posto indicatomi dal tabaccaio. La prima scoperta che ho fatto, dopo dieci minuti di camminata, è che di Badalona esisteva un centro, e io mi ero aggirato nei dintorni senza averlo visto. Dietro un palazzo, a tre minuti dalla stazione, mi si è presentata Badalona nella sua parte più popolata, più ricca di negozi e locali, con la classica disposizione dei posti di mare: passeggiata, panchine, file di ristoranti, gente che mangia. Dalle indicazioni del tabaccaio, avevo fissato nella memoria una cosa importante: dovevo individuare una certa statua; l’hotel era in zona statua. Ho visto la statua: c’era uno dritto con un libro in mano, un tipo ottocentesco, tutto in marmo, naturalmente immobile.
Da lì, mi sono immesso in un vicolo e da quel vicolo un altro vicolo. Ho incontrato uno, gli ho chiesto per l’hotel; mi ha spiegato. Cammina cammina: ecco l’hotel!

La donna alla hall

Non so se vi è mai capitato di sentirvela, di sentire che tutto l’universo ti dice: “Vai vai, amico! Ci sei hombre!” E io, in quanto hombre, ho varcato la soglia di quell’hotel tre stelle (dall’aspetto assolutamente modesto, un po’ démodé e bisognoso di una evidente ristrutturazione) e mentre entravo sapevo che quello faceva proprio al caso preciso mio. Lì, stupenda, leggermente scazzata ma gentile, una donna sui cinquanta, con una specie di tristezza dolce negli occhi, come di chi ormai ha capito e rinuncia, mi ha detto: “Hola”. E io le ho detto: “Hola”. E siamo rimasti a guardarci così, senza parlare. Ero sudato marcio e probabilmente avevo una strana espressione. Per qualche secondo ho pensato che sarei crollato davanti alla hall, e morto così. In quel momento il suo cellulare ha squillato. Aveva la suoneria di Trono di spade.
La la lalalala lalalala lalalala lalalà…

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