La rispettabile etica degli scimpanzé

Non sono d’accordo, anzi provo irritazione per la frase “Gli animali sono meglio di noi”. E provo irritazione proprio perché è un concetto, oltre che banale, stupido, e stupido perché è una frase che un animale (sapesse esprimersi) non direbbe mai. E non la direbbe mai per l’essenza fondante di ogni essere: la difesa della propria specie.
Non credo proprio che un cane direbbe mai a un altro cane: “Ah… i gatti sono meglio di noi!”

Siamo davvero superiori?

Tuttavia sono tra quelli che non riescono a trovare l’esatto motivo per cui possiamo ritenerci superiori agli animali o, meglio, agli altri animali. Forse la reale differenza tra noi e gli altri animali sta nella nostra capacità immaginale. Gli esseri umani sono in fondo i soli capaci di immaginare qualcosa che “realmente” non esiste (Dio, amore, lealtà, patriottismo eccetera) e su questo coniare tutt’una serie di idee, e idee che si trasformano in qualcosa di reale. Certo, in noi sta anche una capacità e volontà distruttiva e autodistruttiva davvero sorprendente. Ecco, questo, nessun animale può vantarlo, se non noi.

La nostra etica

Ma quando noi riteniamo di avere un’etica o una morale, basata su un supposto Dio o religione o quello che si vuole, ecco, credo che qui sbagliamo. Gli esempi della nostra immoralità di fondo, della nostra imbecillità di fondo e diffusa, sono evidenti.
Non possiamo quindi di certo vantare una superiorità morale rispetto a nessun altro animale.
E riporto questo esempio, in modo che sia più chiaro ciò che intendo.
Gli scimpanzé, ovvero i nostri più diretti parenti, vivono in gruppi e hanno un maschio dominante (mi spiace per Michela Murgia, ma è così). Però questo maschio dominante rispetta i diritti dei più deboli, sempre. Se uno più debole trova una banana, quello non gliela ruba. Anzi, se gliela ruba, ha buone probabilità di perdere il proprio ruolo di capo. Non solo evita soprusi, ma tende ad aiutare i più deboli.

Casi umani…

Nello zoo di Milwaukee (Winsonsin, Stati Uniti), c’era uno scimpanzé (tale Kidogo) malato di una patologia che lo rendeva stordito. Arrivato allo zoo, non capiva le regole, non sapevo orientarsi. Gli altri, intuita la situazione, lo prendevano per mano e lo aiutavano. Se si perdeva, urlava e gli altri accorrevano in suo aiuto.
E sapete chi aiutava maggiormente Kidogo? Proprio il maschio dominante, chiamato Lody. C’era però un altro maschio, di nome Murph, che si comportava invece da bullo e sfotteva Kidogo, a volte anche in modo crudele. Quando Lody se ne accorgeva, abbracciava Kidogo e allontanava Murph.
Imparate, teste di cazzo al potere, dal buon vecchio Lody.

Per approfondire: Yuval Noah Harari 21 lezioni per il XXI secolo

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