L’etica del cane

Il cane ha una propria etica? Ha delle norme che regolano i rapporti con i propri simili? Parrebbe di sì.

27 gennaio 2021: semifinale di Coppa Italia. In campo Inter e Milan (per la cronaca, 2-1 per l’Inter).
Verso la conclusione del primo tempo si assisté a una sfida individuale e non calcistica. I due avversari furono Lukaku e Ibrahimovic, protagonisti di una rissa sfiorata che li vide insultarsi, quindi fronteggiarsi muso a muso.
D’accordo, la cosa non ebbe conseguenze violente per vari motivi. D’accordo, era tutta una scenata, forse anche un modo astuto per provocare l’altro.

Cerimonie di rissa

Ma è appunto di scenata che parliamo, ovvero del fatto che, di fronte a una sfida, sia gli umani sia gli animali devono mostrarsi immuni da paura.
Nello specifico, tutto si può risolvere nel sottolineare al nemico che non lo temi. Sebbene entrambi, in fondo, si vuole evitare lo scontro reale.
Scene simili si possono vedere quotidianamente in strada tra due autisti, tra giovani in discoteca eccetera.
Così fanno gli uomini, così fanno i cani.

Confronto tra cani

Due cani maschi che si incontrano per strada seguono un preciso cerimoniale di sfida, cerimoniale che risale ed è identico ai lupi, da cui discendono. Si avvicinano con le gambe rigide, la coda alta e tesa, il pelo del collo e del dorso irto. Più si avvicinano più la tensione fisica aumenta, così come rallenta l’andatura. A differenza dei galli (che in questo sono più simili agli uomini) non si fronteggiano, bensì si collocano uno a fianco dell’altro, ma in direzione opposta. Ecco, a questo punto si annusano. Non si capisce come, ma questo annusarsi è determinante: se uno dei due prova paura, abbassa la coda e, leeeentamente, ruota in modo che l’altro non possa fiutargli il sedere. Si è sostanzialmente arreso.
Se però si sentono pari, la cerimonia di annusamento prosegue, a volte a lungo. È ancora possibile che la questione si risolva pacificamente, potrebbero decidere di giocare.

Scontro tra cani

Se invece la soluzione volge allo scontro, i nasi si raggrinziscono piegandosi verso l’alto, le labbra si increspano mettendo in mostra i denti canini, le zampe cominciano a grattare con rabbia per terra, mentre sale l’astio. E poi… botte da orbi! Se uno dei due ha la meglio e riesce a mettere l’avversario sotto, questo gli porge il collo, ovvero la propria parte più delicata, dove scorre la vena giugulare. Ora il ringhio si fa acuto nello sconfitto, basso nello vincitore. E potrebbe, in pochi secondi, morderlo e ammazzarlo. Ma non lo fa. Forse vorrebbe, ma non lo fa e non lo fa perché non può. E non può proprio perché l’altro gli ha offerto la propria sottomissione. Anche questa situazione può durare a lungo. Se il vincitore si allontanasse e lo sconfitto provasse a fuggire, subito gli sarebbe addosso. Per cui, a sua volta, lo sconfitto deve dimostrare di essersi arreso, e deve rimanere immobile e sottomesso.
La vittoria è declamata solo con un gesto finale: quando il vincitore segna il territorio. A questo punto, lo sconfitto può svignarsela.

Maschio con femmina

Questo vale per lo scontro da due maschi adulti. Ma le cose sono diverse nel caso di un maschio adulto con una femmina adulta. “La cagna è assolutamente tabù e può permettersi qualsiasi arditezza nei confronti del maschio”. Può pizzicarlo, può tirargli i peli o anche morderlo. Il maschio non reagirà. Perché? Perché è tabù. “Nessun cane normale morsicherà mai un suo simile di sesso femminile” (solo in Italia, nel 2021, sono stati commessi 118 femminicidi, giusto per dare un’idea…).
Tabù simile vale, tra i cani, verso i cuccioli, anche se maschi: “un piccolo al di sotto dei sei mesi è assolutamente inviolabile” (tra il 2017 e il 2018, in Italia, il numero dei minori uccisi in ambito famigliare è stato di 36).

Per approfondire: Konrad Lorenz L’anello di Re Salomone

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