Cos’è un kapo?

All’interno dei campi di sterminio nazisti c’era una figura nota come kapo. Il suo ruolo era quello di comandare i gruppi di lavoro o a volte aveva la funzione di blockältester, colui che si occupava dell’ordine all’interno delle baracche.
I kapo venivano scelti in base alla loro ferocia: se non erano abbastanza feroci con i deportati, essi stessi venivano uccisi, quindi erano, in un certo senso, obbligati alle peggiori azioni, considerando che si trattava di persone scelte per la loro specifica anima da iena. Essendo uomini meschini, si sentivano potenti per il potere di vita o di morte che avevano sui detenuti, e spesso uccidevano per il puro piacere di provare il loro potere. I kapo erano a diretto contatto con i deportati ed erano quelli che i deportati maggiormente temevano e odiavano.

Un kapo e il ragazzino Pipel

L’esempio di un kapo che ci viene riportato è quello di un polacco. Non sappiamo il suo nome. Sappiamo che aveva una camera all’entrata della baracca, dove aveva un ripostiglio in cui viveva il Pipel, un ragazzino di circa 12 anni, che aveva il compito di servirlo e sottostare ad ogni suo desiderio. Pipel in cambio riceveva una maggior razione di cibo.
Una sera questo kapo, ubriaco marcio, ideò uno scherzo per i deportati: applicò un marchingegno elettrico alla maniglia della porta e ordinò a un deportato di andare a toccare quella maniglia. Così fece e si prese una potente scossa elettrica. Poi lo ordinò a un altro, il quale dovette sottostare all’ordine, ma non prese la scossa. Allora il kapo gli disse di togliersi gli zoccoli di legno, che facevano da isolante. Così poté godersi la scena di un secondo che prendeva la scossa.
Mentre stava scegliendo una terza vittima, arrivò un ufficiale delle SS, furioso per il baccano che si sentiva. Il kapo provò biascicando, ubriaco com’era, a scusarsi e tentò di offrirgli da bere. L’ufficiale fece per aprire la porta e si prese anche lui la scossa.
Quel kapo scomparve, e non si seppe più nulla di lui.

Berlusconi e il kapo

La parola “kapo” era riemersa alle cronache nel luglio del 2003. Silvio Berlusconi era all’epoca era capo di Governo per la seconda volta. Esattamente il 2 luglio 2003, durante un dibattito nel Parlamento europeo, il socialista Martin Schulz era intervenuto in modo animato criticando il governo italiano in carica, per la precisione la critica era mirata all’atteggiamento tenuto dal governo verso gli immigrati, oltre a una annotazione sull’immunità di cui il capo di Governo italiano godeva. Berlusconi aveva ascoltato con sorriso sornione tutto l’intervento di Schulz, poi aveva preso la parola. Si trattò di un breve e vago intervento, in cui non rispondeva puntualmente a nessuna critica, ma finiva con un sorprendente, tipico colpo alla Berlusconi, ovvero deviando il ragionamento dall’argomentazione e concentrando il tutto in una battuta. Disse: “Signor Schulz, so che in Italia c’è un produttore che sta montando un film sui campi di concentramento nazisti… La suggerirò per il ruolo di kapo!”
Così… finimmo sui giornali, in tv e nei bar, per parlare di “kapo” anziché di politica. E vorrei segnalare che questo trucchetto è stato usato e continua ad essere usato.

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