Vacanze d’infierno: puntata XII – Furto

Subire un furto è una cosa strana. È un’esperienza, direi, composta da tre fondamentali step: 1) confusione: non capisci cosa è successo; 2) realizzazione: capisci cosa è successo ma ancora non lo accetti; 3) accettazione: prendi atto di quanto è avvenuto e ti senti un cretino.

Confusione

Sposto il tambucio che era in terra, entro in sottocoperta e apparentemente è tutto a posto: il solito disordine. Cerco inutilmente la borsetta di mia figlia. Questo posto ha un vantaggio: è difficile non trovare qualcosa… Ma, mentre cerco la sua borsetta, mi rendo conto che manca un’altra cosa: il mio marsupio. Cerco tra i vestiti, cerco in ogni angolo ma niente. Lo tenevo sempre qui dentro e, dentro, ci avevo messo cosa? Le chiavi dell’auto… ecco… auricolari da telefono… ecco… e poco altro. Nulla di insostituibile o particolarmente grave, ma non è questo che mi preoccupa. Immediatamente mi preoccupa l’aver realizzato che qualcuno era entrato qui e qualcosa era sparito. Ecco… sono nella seconda fase: realizzazione.

Realizzazione

Pochi minuti dopo, le mie figlie ritornano. Naturalmente non hanno trovato la borsetta, perché ormai è chiaro. Le fisso, le vedo confuse. Ci sediamo e cerco di tranquillizzarle: “Ditemi: cosa c’era in quella borsetta?” Con le lacrime agli occhi, mi rispondono che dentro c’era il power bank. Ok! Il power bank si può ricomprare. Poi? “Un rossetto!” mi dicono. Poco male… e poi? “Delle monete!” “Va bene… e poi?” Vedo nei loro occhi che stentano a dirmelo, quasi non volessero rivelarmi ciò che di grave ci è stato rubato con quella borsetta. Quasi sottovoce poi…: “I documenti papà…” “Le vostre carte di identità?” chiedo. “Sì… e i codici fiscali!”
Ecco… qui mi scappa tra i denti un “Cazzo!” E subito, dopo qualche secondo in cui mi sento confuso, dico: “Tranquille! Non è grave. La risolveremo!”

Accettazione

Mi siedo fuori e mi accendo una sigaretta, perché penso che fumare mi aiuti a risolvere i problemi… Cosa ovviamente falsa. Avevo letto un libro in cui veniva spiegato come ci sia stato iniettata in qualche parte della mente (tramite spot o spot invisibili nei film) l’idea che “fumare aiuta a concentrarsi”. Non è vero ma fumo. Fisso un punto invisibile e cerco di capire cosa fare. C’è un problema enorme che mi preme sulle tempie: essere all’estero con due figlie minorenni senza documenti è un grande, grandissimo guaio. Senza documenti non possiamo salire in aereo! Prima soluzione che mi viene, quindi, è: trovare i documenti. Penso: “A volte, la gente ruba ma getta i documenti, che sono in fondo inutili”. Bene! Con un pizzico di ottimismo, faccio un giro intorno, rovistando in tutti i cestini della spazzatura. Ma non trovo assolutamente nulla. Ho semplicemente messo le mani tra roba lercia.

Saggezza nordica

Mentre torno verso la barca, incontro il Vichingo. Ci salutiamo. Come sempre, lui è cortese, ma mantiene una cortesia english, ovvero distaccata. Però lo vede che sono scosso, e si ferma. Con il mio inglese (che è meglio del mio spagnolo, ma di poco…) formulo questa frase… La frase in italiano che avevo in mente era questa: “Siamo stati derubati in barca. Pensi che sia possibile?” Che è tra l’altro una frase strana, se ci pensate. Non ero in grado di tradurla letteralmente, e l’ho formulata così: “Someone take out in my boat the bag of my daughter! Do you think is it possible?” Il Vichingo mi ha scrutato perplesso. Ma, mi pare, avesse capito il concetto chiave. E ha fatto una faccia sorpresa, sobria ma sorpresa. Dopo qualche secondo di meditazione, ha detto: “It’s improbable. But theretically it’s possible!”

Interpretazione della saggezza nordica

Sono rimasto a fissarlo anche io per qualche secondo, senza dire nulla. Non sapevo assolutamente cosa dire. La sua frase era indubbiamente sincera e onesta, ma non mi aiutava per niente. E in effetti non ho fatto altro che annuire e poi andarmene. Era una frase in qualche modo zen, una sorta di aforisma, di quelle frasi che possono piacere ma che sono totalmente prive di utilità. Ed è una risposta che, a pensarci, può essere applicata a mille altre domande.
“Vichingo, secondo te Angelina Jolie verrebbe a letto con me?”
“It’s improbable. But theretically it’s possible!”
“Vichingo, secondo te il Genoa può vincere la Champions League?”
“It’s improbable. But theretically it’s possible!”
“Vichingo, secondo te c’è un paradiso dopo la morte per chi si è comportato bene?”
“It’s improbable. But theretically it’spossible!”
“Vichingo, secondo te riuscirò a vincere il Nobel per la letteratura?”
“It’s improbable. But theretically it’s possible!”
“Vichingo, secondo te è possibile che qui rubino nelle barche?”
“It’s improbable. But theretically it’s possible!”

Analisi

Ecco. Tra tutti i casi esposti, il solo che era improbabile ma teoricamente possibile, è quello che era capitato a noi. Un pezzo di merda, durante le nostre due ore di assenza, era passato da lì, era salito in barca e aveva rubato frettolosamente quello che pensava potesse essere prezioso. Aveva portato via una borsetta e un marsupio. E il pezzo di merda aveva commesso un furto per un guadagno di misera merda, come meritava: un power bank e un auricolare, per un valore di circa 20 euro. Di tutto il resto poteva fare un pacchetto e infilarselo… so io dove. Quello che per lui non aveva alcun valore, era invece per noi molto prezioso.

Disperazione

Sono stato però ingiusto nei confronti del Vichingo. In effetti, dopo la risposta zen, mi ha dato anche un consiglio: “Vai alla capitaneria di porto!” ha detto. Così ho fatto. Dentro un gabbiotto, c’era uno scazzatissimo che guardava il cellulare. Gli ho esposto il caso. Gliel’ho esposto con il mio spagnolo. Ma ha capito. Ha capito e mi ha detto che lui aveva accesso alle telecamera di sorveglianza ma che, per guardarle, aveva bisogno della denuncia.
Erano le dieci di sera passate e dovevo fare la denuncia. Ho fumato un’altra sigaretta e ho pensato: “Domani è un altro giorno!”

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