Vacanze d’infierno: X puntata – Sagrada Familia

(La Sagrada Familia è una basilica minore di culto cattolico; visitata in media ogni anno da 4,5 milioni di persone).

Ci sono due cose inevitabili da fare a Barcellona: la “vasca” lungo la Rambla e la visita alla Sagrada Familia. Se conoscete qualcuno che è stato a Barcellona e non ha fatto questo, credetemi: è un tipo strano.
Nella “vasca” lungo la Rambla sei trascinato come una acciuga tra le acciughe in mare: ti muovi lungo la corrente e non sai esattamente perché.
Riguardo la Sagrada Familia, più ti avvicini, più sei avvinto in una specie di vortice di folla multietnica che si fa sempre più compatta, pressante e fotografante.

Prezzi

I prezzi a Barcellona per mangiare non sono male: bene o male, con venti euro a testa, uno se la cava. Ovviamente ci sono posti più cari e suppongo carissimi (se avete figli adolescenti, è un inutile spreco di soldi, a meno che i vostri figli non siano raffinati gourmet). Per quanto mi riguarda, ho speso molto, in proporzione, per caffè e acqua. Caffè e acqua sono cari! Il prezzo minimo di un espresso (ciofeca) è 1,40. Una bottiglietta d’acqua sui 2 euro. Uno può frenare sul caffè ma l’acqua, con una temperatura media di 30 gradi, è indispensabile. Compri una bottiglietta, cammini sotto il sole (si scalda rapidamente), la bevi, finisce, ne compri altra. Ci spendi dai 10 ai 20 euro al giorno, come niente. E più sei in zona turistica, chiaramente, più i prezzi salgono.

Trasporti

Altra cosa che costa sono i mezzi di trasposto: 2,40 per viaggiare con metropolitana o bus. Ci sono forme di abbonamento o biglietti cumulativi che possono convenire facendo i giusti calcoli (e magari conoscendo lo spagnolo… certe cose le ho capite a fine vacanza). Per risparmiare, noi si camminava… “Forza! Forza! Fa bene!” dicevo. Dalla fermata del treno alla Sagrada Familia abbiamo pedalato per una buona mezz’ora. Dafne teneva il conteggio: abbiamo tenuto il minimo di 20.000 passi al giorno (mi sono illuso di aver perso così chissà quanti chili… manco uno!). Sconsiglio sandali, se camminate. Ho visto donne con i tacchi e non le ho invidiate. Buone scarpe, buoni calzini e un cappello. Bisogna essere tattici se si cammina, non fighi!

Sagrada Familia

La Sagrada Familia è una chiesa di una bellezza sconcertante. Non mi stancavo di guardarla. Delle fondamentali quattro prospettive che si possono avere ammirandola, tutte sono diverse e tutte sorprendono per la ricchezza di particolari. Si avverte, al suo cospetto, una sorta di gigantesco ossimoro: c’è la pesantezza delle pietra grezza in contrasto con lo slancio mistico, l’eleganza in contrasto con la rudezza. Sembra quasi che la pietra grezza si sia trasformata in spiritualità: è qualcosa di fenomenale! E poi è questa meraviglia dell’arte in continua costruzione: da oltre cento anni ci lavorano e ancora non è finita e non si sa quando sarà finita. Per una questione, anche, naturalmente, di finanziamenti.

Gaudì

Antoni Gaudì iniziò la progettazione a fine Ottocento (c’era già una chiesa, quindi si tratta di una specie di rielaborazione ascendente della chiesa di base). Nella vita di Gaudì quest’opera rappresenta uno spartiacque tra un approccio dandy alla vita a uno religioso. L’opera gli portò grande fama ma anche problemi: c’erano forti movimenti anticlericali che si opponevano alla costruzione. A questo si sono aggiunti vari lutti: la nipote, un caro amico e il mecenate; tutto nel giro di pochi anni. Nel 1926, all’età di 74 anni, Gaudì venne travolto da un tram e in pochi giorni morì. Era vestito in modo così trasandato che, inizialmente, non fu nemmeno riconosciuto; alcuni tassisti lo presero per uno straccione e si rifiutarono di portarlo in ospedale.

Ressa

Sono stato a Barcellona 4 volte e ogni volta ho visitato la Sagrada Familia, ma sempre da fuori. A valutare le immagini che trovo in rete, vale decisamente la pena di visitarla dall’interno: la meraviglia è forse ancora superiore. Il problema è che, soprattutto in periodi di alto turismo, bisogna affrontare una folla compattissima. Bisogna quindi armarsi di santissima pazienza, ma sopratutto armarsi di carta di credito, dato che le visite vanno prenotate e pagate on-line. Quindi potevo scordarmelo e accontentarmi della panoramica gratis dall’esterno. Qui, quando vi stancate di tanta bellezza, potete spassarvela osservando turisti da ogni parte dell’universo farsi foto e selfie. Noterete che, dal Cile al Vietnam, dalla Norvegia al Senegal, tutti fanno sostanzialmente lo stesso tipo di foto, la stessa espressione, la stessa posizione. Da segnalare la presenza di un nonno (portoghese o brasiliano, direi) scazzatissimo, che se ne stava riparato all’ombra fissando allibito la moglie che si sparava selfie coi nipoti. Ci siamo guardati e ci siamo intesi con un’occhiata.

Tramonti

La giornata si è conclusa ottimamente. È una buona idea andare al mare nel tardo pomeriggio. Così abbiamo fatto. E c’era poca gente e il mare (trenta metri più in là dal primo giorno) era stupendo. La luce del pomeriggio era delicata, la temperatura mite, l’acqua limpida. E ho visto finalmente gioia negli occhi delle mie figlie. E poi ci siamo sdraiati, con la sensazione piacevole di essere in vacanza. Vicino a noi, un gruppo di giovani scherzava e dalla loro cassa usciva rilassante musica rap.
La vita è fatta di alti e bassi, pensavo, è come il mare: bisogna adattarsi alle onde.

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