Vacanze d’infierno: IX puntata – Yacht

(C’è gente sugli yacht che beve champagne in camicia di lino mentre una bellissima prende il sole. E la loro merda inquina quelli a riva.)

Non ci fu bisogno di sveglia: la luce del mattino mi strappò dal sonno a schiaffi. Provai a resistere e dormii ancora un’oretta forse, poi cedetti. Per quanto premessi il muso sul cuscino, la luce mi colpiva ovunque; era una lotta impari, inutile provarci; mi arresi e mi alzai.

Cuscini

Appena sveglio, rimango seduto sul letto qualche minuto… Guardo il cuscino e finalmente capisco. Capisco perché, per tutta la notte, ho avuto la sensazione di continua lotta col cuscino, come se il cuscino mi sgusciasse via tra le mani. Avete presente quei cuscini rettangolari da divano? Ma non quelli alla moda, tipo Ikea, quelli che hanno le nonne in sala, quelli di raso, coi fiori? Ebbene, il cuscino che avevo in quella specie di letto era solo all’apparenza un normale cuscino, un normale guanciale. In realtà era formato da due cuscini rettangolari da divano, inseriti dentro la federa. La federa, oltretutto, aveva due aperture; quindi, stringendolo, uno dei due scivolava fuori… E pagavo 74 euro al giorno per tutto questo. E il voto medio su Airbndb era 4.7 su 5…

Il vichingo

Le ragazze si sono svegliate poco dopo di me. Anch’esse sembravano provate dalla notte. Abbiamo fatto armi e bagagli e siamo usciti.
Attraversando il molo, ho visto il vichingo: aveva una barca vicino alla nostra e lo avevo già notato il giorno prima. Era un omone sui 60, con una gran pancia. Barba e capelli lunghi biondi; aspetto bonario. Se ne stava seduto nella sua imbarcazione e leggeva. Altre volte fumava la pipa o se ne stava nella sua sdraio a non fare nulla. Lo chiamo il vichingo perché aveva la bandiera svedese e perché probabilmente pregava Odino e nascondeva un elmetto con le corna in sottocoperta. Tutte le volte che ci incontravamo, il vichingo mi faceva segno con la mano in saluto. Così io. A volte dava una boccata di pipa e mi salutava con la testa.

Fughe

Quell’uomo mi affascinava. La sua barca era un po’ più grande della nostra e decisamente meglio attrezzata; innanzitutto aveva la vela e probabilmente anche il motore. Aveva anche una bicicletta, legata vicino alla sottocoperta, che usava, credo, per spostarsi in città. Era inoltre chiaro che quella barca navigava. Probabilmente era ormeggiato a Badalona e avrebbe fatto altri viaggi. Chissà che vita faceva il vichingo? Forse era un milionario in pensione o uno scrittore (magari noto) svedese. Oppure uno con un divorzio alle spalle, figli in Svezia; forse aveva venduto tutto e viveva semplicemente così, muovendosi in barca. C’è gente che lo fa. C’è gente che molla tutto e sceglie quella vita. Fumavo e osservavo il vichingo fantasticando una vita simile alla sua. Il problema è che, per quanto giri e rigiri la frittata, devi fare i conti con le uova che hai.

L’ipotesi yacht

Facciamo una vaga panoramica di prezzi: una barca a remi, un gozzo con i remi, costa sui 1000/2000. Si può fare. Si può fare un giro, ma neppure troppo al largo. Con pochi soldi in più, puoi metterci la vela e puoi navigare, ma devi comunque tornare a casa. Un motoscafo: sui 50.000; te lo godi ma non ci dormi. A occhio e croce (così guardando i prezzi in internet) una imbarcazione come quella del vichingo si aggirava sui 200.000, insomma, come un bell’appartamento. Inoltre va considerato il costo dell’ormeggio, che è simile a un affitto più o meno. Ma la vera mazzata arriva quando ti muovi: da Genova alla Corsica (per intenderci) uno yacht medio consuma carburante per un valore di circa 8.000 euro. Se fai il giro del Mediterraneo, non oso pensarci. A tutto questo dovete aggiungere il mantenimento, i cui costi possono variare fino a cifre molto alte.
Non mi rimaneva che l’opzione canotto.
Se vi ho intristiti, ricordate sempre che c’è chi sta peggio. E non sono milioni, ma miliardi.

Orizzonti d’orati

Eppure quel porto era pieno zeppo di yacht. Andate al mare, al largo vedrete decine di yacht. In Italia, nel 2022, la dichiarazione media dei redditi è di circa 25.000 euro… come cazzo è possibile?
Il porto di Badalona ti offriva l’idea di un certo mondo. Ripeto: centinaia di yacht ormeggiati. L’imbarcazione in cui alloggiavamo noi (sparerei un valore di 100.000 euro) era tra le più sfigate. Il resto erano barche stupende, alcune fenomenali. E non si trattava di un porto particolarmente ambito.
Lungo i moli vedevi ogni tanto qualcuno passare. Erano per lo più uomini sui 50 vestiti con delle polo dai colori allegri. Camminavano con l’invidiabile espressione di chi sa fottere il prossimo. C’erano anche donne naturalmente, naturalmente anch’esse serene.

I ricchi

Il vichingo mi era simpatico perché non emanava strafottenza. Si faceva tranquillamente i fatti propri. Mentre un altro mio vicino, ecco, questo pareva di altro stampo. È apparso solo una sera. È salito sul proprio yacht (quasi il doppio del nostro e notevolmente più figo). Controllava qualcosa e pareva nervoso. Aveva la faccia incazzata. Si è diretto alla capitaneria ed è tornato con altri due uomini. Non capivo bene, ma protestava per qualcosa; direi una pulizia svolta male. Mentre guardavo, mi ha lanciato un’occhiata dura, e io ho restituito senza muovere lo sguardo. A dire: “Che cazzo vorresti da me, sporco milionario?” Con solerzia, i due uomini della capitaneria hanno sistemato una serie di cose. Poi gli hanno augurato la buona notte e se ne sono andati. E anche lui se n’è andato; probabilmente in qualche stupenda villa. O, per quanto mi riguarda, verso un lussuoso vaffanculo.
Sono piccole, inutili soddisfazioni…

Questa voce è stata pubblicata in Nel labirinto e contrassegnata con , , , . Contrassegna il permalink.