La teoria della fetalizzazione

Luis Bolk (1866-1930) è stato un anatomista: si occupava di quella branca della biologia che studia gli organismi umani. Il suo nome è legato alla tesi della “fetalizzazione”, teoria che rimane abbastanza ignota. I suoi studi si basano sulla comparazione della struttura umana e quella delle scimmie.

Una scimmia non matura

“Da un punto di vista somatico, l’uomo è una scimmia non matura, ovvero è un feto di scimmia pervenuto a maturità sessuale.”
L’anatomia umana sarebbe caratterizzata, secondo Bolk, da strutture somatiche primarie, caratteristiche che nei cuccioli di scimmia scompaiono, mentre nei cuccioli di uomo rimangono. Tra queste, sono l’ortognatia (ovvero la corretta posizione delle mandibole e struttura dentale), l’assenza di peli, la carenza di pigmento nella pelle, nei capelli e negli occhi, il valore della posizione testa/corpo, la persistenza della fontanella dopo la nascita e altro.

Una anomalia evolutiva

Tutte caratteristiche che in un animale, poco dopo la nascita, sarebbero considerate anomalie. Nessun animale si sviluppa così lentamente quanto l’uomo, il quale si differenzia dall’animale per due sostanziali elementi: la lunga latenza sessuale e la lunga vita post-sessuale. Solo gli esseri umani vivono insomma così tanti anni prima e dopo la fase sessuale e riproduttiva.
Quello che fondamentalmente teorizza Bolk è che la nostra è una nascita abortiva, sebbene non letale: l’uomo nasce feto.

Le ragioni dell’intelligenza

Le tesi evoluzioniste vedono nell’uomo il culmine della selezione naturale, secondo cui la nostra intelligenza sarebbe l’apice della evoluzione. La tesi di Bolk invece vede nell’intelligenza la conseguenza di una nostra carenza strutturale. Noi, in sostanza, siamo ciò che siamo, per una nostra incapacità di adattamento.

Nascere preocemente

Noi esseri umani nasciamo con una struttura fisica non ancora adatta ad affrontare i pericoli della natura; nasciamo privi delle adeguate capacità di sopravvivere nel mondo e per questo motivo abbiamo sviluppato l’intelligenza, grazie alla quale ci siamo procurati le numerosissime difese contro i pericoli: abbigliamento, armi, abitazioni e tutti gli strumenti che abbiamo progressivamente inventato e costruito.
Tanto per fare un esempio, la nostra mancanza di peli non è una conseguenza dell’uso degli abiti, ma l’opposto: abbiamo inventato gli abiti per mancanza di peli.

Evoluzione distruttiva

La conclusione cui giunge Bolk è che questa nostra caratteristica, che presume un distacco sempre maggiore tra l’uomo e la natura, rappresenti un punto di rottura che condurrà l’uomo ad auto-estinguersi.

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